Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero.
La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quello che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passo già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
(J. Saramago, Viaggio in Portogallo)
Ogni
evento, artistico o culturale, riserva nuove e diverse emozioni.
Non
è nuova né originale la metafora del viaggio, eppure ogni evento ha un suo percorso, e lascia in chi lo organizza e in chi lo vive come ospite emozioni ogni
volta diverse e soggettive. Anche quando si tratta della ripetizione della
stessa esperienza, perché ciascuno di noi può tirarne fuori il meglio (o il
peggio) e ricordare quell'avvenimento come un qualcosa di arricchente (o da dimenticare). Si tratta solo di sperimentare, ancora, con coraggio e attenzione… E, per chi organizza, si tratta ovviamente di farlo con coscienza, dando un senso al progetto e qualità alla sua realizzazione.
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