Un collezionatore di emozioni. Così
si definisce Red Ronnie,
all’anagrafe Gabriele Ansaloni, grande
appassionato di musica, giornalista, conduttore, dj e speaker radiofonico,
critico musicale nonché il più grande collezionista di cimeli rock e d’interviste
a personaggi famosi.
Il
suo nome è noto al grande pubblico per quel “Roxy Bar”, programma partito dalla tv generalista per approdare poi
sul web con Roxybar.tv. Un contenitore di
realtà, nello spirito del conduttore bolognese: protagonista assoluta è la musica
dal vivo, il rock in primis, con ospiti italiani e internazionali, insieme a
gruppi emergenti, ma anche cultura, attualità, tematiche sociali e soprattutto
la possibilità per gli utenti-spettatori di interagire in diretta con gli artisti in studio tramite i social
network come Facebook e Twitter. Per raccontare la vita di un cantante o di un
attore va a trovarlo direttamente a casa, l’obiettivo è riprenderlo nella sua
normalità.
Una tv libera e interattiva, così
l’ha sempre sognata Red, che a Rai e Mediaset deve la popolarità. Tramite “Roxy
Bar”, Red Ronnie vinse ben tre Telegatti; diede una svolta al modo di fare televisione, di gestire
gli spazi pubblicitari e il rapporto pubblico-artista. Nel suo studio passarono
star come Robert Plant, Placebo, Robbie Williams, Beyoncè, Britney Spears,
Cyndi Lauper e il suo fu l’unico programma televisivo in cui Luciano Pavarotti cantò
dal vivo. A un certo punto, però, Red decise di guardare avanti, di
staccare il cordone ombelicale e seguire le possibilità offerte dalle nuove
tecnologie: «Non volevo diventare il presentatore della rete». E si definisce
piuttosto «un artigiano, che ama
riprendere la realtà e stare dietro la telecamera… perché è la normalità la
vera rivoluzione di oggi». Come ha raccontato attraverso ricordi e video lo
stesso Red Ronnie al pubblico desenzanese, in una delle otto serate della Gardesana
2014, talk-show allestito in piazza Malvezzi a Desenzano del Garda e
presentato da Giovanni Terzi.
«Qualsiasi
cosa ho fatto l’ho fatta con la
sperimentazione, affascinato dalle tecnologie
e dal “nuovo”, che grazie a Internet ha avuto il suo massimo sviluppo», ha detto
Red. «Oggi con Roxybar.tv posso amplificare
la novità, arricchita di verità, con alla base una tecnologia e un
linguaggio diversi da quelli televisivi. Per esempio, la tecnica del
piano sequenza o la possibilità di registrare un programma tutto filato, senza tagli. Quale altra tv ti dà questa
libertà?».
Su
internet lo spettatore sa che troverà qualcosa 24 ore su 24, può vedere e rivedere le puntate a qualunque ora,
cercare il proprio genere, l’artista o l’argomento in base ai propri gusti o
alla data di messa in onda del programma. Non distorcere la verità dei fatti è
la principale preoccupazione del Red conduttore-cameraman-regista. «Alla fine
di ogni programma io non mi chiedo quanto ho guadagnato o se sono diventato più
popolare. Mi chiedo se c’è qualcuno che spegne il computer o il televisore con
una certezza, una speranza o un sorriso in più. Mi chiedo se posso aiutare il mio spettatore a stare meglio,
a rilassarsi o a divertirsi. Per me è importante domandarmi cosa sto dando con
quello che faccio. Perché un domani rimarremo per quello che abbiamo dato, non
per quello che abbiamo avuto. A cosa serve essere i più ricchi del cimitero?»
Foto di Giulia Armotti |
Eppure
nella società odierna, complici i modelli trasmessi dai media, c’è una generale
ricerca di successo e di soldi facili. Anche i tanti talent-show invitano i
giovani a cercare la notorietà attraverso vie che non sono più quelle dello
studio, dell’impegno costante e della paziente gavetta. «Gli artisti emergenti
non riescono ad avere uno spazio loro, perché oggi tutto è precario – ha continuato Red in una nostra intervista,
concessa dopo la trasmissione –. I giovani hanno avuto una pessima educazione
dai proprio genitori, non hanno i soldi per sposarsi e le banche non concedono
loro mutui per comprare casa perché non hanno un lavoro fisso… Sono educati ad
arrivare, ma di fatto non possono arrivare da nessuna parte. In più gli viene
tolta la possibilità di esprimersi con la propria creatività».
L’Italia ha molti talenti che «vorrebbero
promuovere la loro musica ma non possono farla ascoltare. Ai talent televisivi i
giovani ci arrivano facendo musica vecchia e la canzone inedita che viene
scelta per loro è imposta dalle edizioni musicali, nei locali trasmettono solo
cover-band e la musica emergente così non ha sbocchi».
Non
usa mezzi termini il conduttore bolognese: «Oggi stiamo facendo cambiare
mestiere ai Lucio Dalla, Gino Paoli, Jovanotti del futuro… i veri artisti cambiano
mestiere prima di arrivare». Per invertire la rotta, «dovremmo ripartire dalle radio, trasmettendo la
vera musica degli artisti emergenti».
Centinaia
di personaggi del mondo musicale, della cultura e anche della politica si sono
avvicendati ai microfoni di Red Ronnie, che è voce di Rai
Radio Due (in Ritratti) e proprio da una radio libera bolognese iniziò
la sua carriera nel 1975.
«L’intervista
più importante – ha rivelato – l’ho fatta a William Congdon, un pittore che è morto una settimana dopo. Non mi
sono minimamente emozionato neppure quando ho fatto un’intervista di due ore a Fidel Castro, anni fa, una
chiacchierata rimasta nei miei archivi per anni, non avendo trovato interesse
da parte delle redazioni televisive tradizionali. Perché si parlava di cultura… L’ho pubblicata dopo molto tempo su
Roxbar.tv!»
Francesca Gardenato
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