Moltissime
persone, tra autorità, cittadini, collaboratori utenti e familiari del Centro
Anffas del Basso Garda (dal 1980 al servizio di persone con disabilità
psico-fisiche-sensoriali) lo scorso 12 ottobre hanno voluto essere presenti
al taglio del nastro per la nuova piscina riabilitativa "senza barriere". Un'opera importante per il territorio, costruita grazie al
contributo di tanti “amici” ed enti, presso la sede in via Durighello a
Rivoltella del Garda (Desenzano).
«Ancora una volta – ha detto il sindaco di Desenzano Rosa Leso – ci ritroviamo insieme
per riconoscere e festeggiare il valore della persona e della solidarietà,
motivo di orgoglio per la nostra comunità desenzanese e del Basso Garda. Un
grazie ai volontari e a quanti si danno da fare per questo centro, a partire
dal presidente Gianfranco Bertolotti».
Al discorso del presidente Bertolotti, emozionato e soddisfatto del nuovo grande traguardo, è seguito
l’intervento del dottor Domenico Minuto, che ha prestato consulenza per la
parte riabilitativa, ma anche dell’ingegnere Giuseppe Marcotriggiano di Sirmione Servizi che ha seguito
l’innovativo impianto di trattamento delle acque a ozono per la disinfezione. E
naturalmente la benedizione dell’opera per mano di don Guido Romagnoli, parroco
di Rivoltella. A seguire il rinfresco per tutti.
Si tratta di una piscina
riabilitativa sorta nello spazio accanto ai due centri diurni per disabili e al
centro socio-educativo già esistenti, al servizio di 75 utenti provenienti dal
Basso Garda ed entroterra bresciano, in un comprensorio di dieci comuni e circa
88mila abitanti.
L’impianto di circa 160 metri quadrati si
presenta a tutti gli effetti senza barriere: all’interno, vi sono lo
spogliatoio e i servizi igienici con doccia, la vasca di 5,20 x 8 metri utili è
stata realizzata con diverse altezze e piani di lavoro, seguendo le
fondamentali indicazioni del dottor Domenico Minuto, fisiatra esperto. Il bordo vasca è su un unico piano e nella piscina sono presenti tutti
i supporti e gli ausili (maniglioni e sollevatore) che danno la garanzia di una
corretta e totale fruizione degli spazi e dell’ingresso assistito in acqua da
parte di persone con ridotte capacità motorie.
«Un aspetto fondamentale del nostro
lavoro – ha ricordato Gianfranco Bortolotti
– è anche quello di saper cogliere i grandi cambiamenti con cui si è costretti
a confrontarsi nella nostra attività. Uno di questo, molto rilevante, è stato
quello di un progressivo aggravamento delle patologie delle persone che vengono
inserite ai nostri servizi, fenomeno questo già iniziato una decina di anni fa
ma esploso in modo significativo negli ultimi sei anni». E aggiunge il
presidente: «Abbiamo rilevato un notevole accesso alle nostre strutture di
persone che, oltre alla disabilità intellettiva sempre più profonda e
complessa, evidenziavano anche una grave o gravissima disabilità motoria e/o
sensoriale». Negli anni, ha aggiunto, «è aumentato inoltre in modo significativo
il numero delle persone inserite nei Servizi con una patologia afferente alla
sfera dei disturbi autistici anche molto gravi e complessi».
Ecco perché è importante la
riabilitazione in piscina: «L’acqua sfrutta le proprietà fisiche e terapeutiche
dell’acqua per un valido recupero funzionale in campo ortopedico, neurologico e
psicomotorio ed è sempre consigliata nel trattamento di molte patologie».
A seconda del tipo di lavoro
prescritto, l’intervento riabilitativo può essere svolto individualmente e in
gruppo.
Condotta da un terapista specializzato, tale riabilitazione consente di raggiungere obiettivi specifici di recupero, abbreviando i tempi e facilitando la ri-acquisizione delle competenze motorie perse/non possedute. Oltre al trattamento di disturbi osteoarticolari, neuromotori, circolatori, ortopedici e neurologici, offre anche il grande vantaggio di poter intervenire in modo proficuo anche su disturbi di tipo psicomotorio (disturbi di apprendimento, sindromi psicomotorie, ritardo mentale, ritardo psicomotorio, disturbo autistico, minoranze sensoriali, sindromi genetiche) particolarmente presenti nelle persone seguite dai nostri servizi.
La nuova piscina, ha detto ancora il presidente dell’Anffas, «è stata realizzata in modo da prevedere la possibilità di un accesso autonomo per consentirne l’utilizzo anche in orari diversi da quelli di funzionamento dei centri diurni. Ciò permetterà, previa stipula di appositi accordi, l’utilizzo della stessa anche a terapisti esterni all’associazione, che seguono pazienti che, per la loro patologia, necessitano di intervento in acqua ma attualmente sono costretti a gravosi spostamenti presso strutture lontane o, addirittura a rinunciare a questa tipologia di importante trattamento».
Condotta da un terapista specializzato, tale riabilitazione consente di raggiungere obiettivi specifici di recupero, abbreviando i tempi e facilitando la ri-acquisizione delle competenze motorie perse/non possedute. Oltre al trattamento di disturbi osteoarticolari, neuromotori, circolatori, ortopedici e neurologici, offre anche il grande vantaggio di poter intervenire in modo proficuo anche su disturbi di tipo psicomotorio (disturbi di apprendimento, sindromi psicomotorie, ritardo mentale, ritardo psicomotorio, disturbo autistico, minoranze sensoriali, sindromi genetiche) particolarmente presenti nelle persone seguite dai nostri servizi.
La nuova piscina, ha detto ancora il presidente dell’Anffas, «è stata realizzata in modo da prevedere la possibilità di un accesso autonomo per consentirne l’utilizzo anche in orari diversi da quelli di funzionamento dei centri diurni. Ciò permetterà, previa stipula di appositi accordi, l’utilizzo della stessa anche a terapisti esterni all’associazione, che seguono pazienti che, per la loro patologia, necessitano di intervento in acqua ma attualmente sono costretti a gravosi spostamenti presso strutture lontane o, addirittura a rinunciare a questa tipologia di importante trattamento».
L’attenzione data alla qualità reale
dell’opera ha comportato una lievitazione dei costi complessivi che si aggirano
alla fine sui 300mila euro, a cui hanno contribuito Desenzano e i comuni del basso
Garda, associazioni e varie realtà bresciane. In particolare, contributi
importanti per la realizzazione dell’impianto sono arrivati dal Lions Club
Desenzano Lago guidato ora da Franco Masseroni (che dal 2010 persegue questo
sogno e ha devoluto all’Anffas un contributo importante, per oltre 60mila
euro), dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia (altri 50mila), da Ubi
Banco di Brescia 25mila), dalla Fondazione Comunità Bresciana (17.500) e dalla
Bcc del Garda (5mila).
Continua così il prezioso operato dell’Anffas che, in
stretto contatto con la Regione Lombardia, l’Asl e gli enti locali della zona
sud del Distretto 11 del Garda, mantiene fede alla sua missione di fornire
servizi moderni e sempre più adeguati alle persone con disabilità
psico-fisiche-sensoriali nell’area su del lago bresciano e nel suo entroterra
(www.anffasdesenzano.it).
Articolo e fotografie di Francesca Gardenato, pubblicati anche su Gardanotizie.it
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