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mercoledì 4 settembre 2013

La tigre della Valtenesi ha lasciato l'oasi e i suoi amici

La gabbia ora è abitata solo dalla leonessa, e da qualche settimana anche lei non mangia: sembra triste, sente la solitudine. Jack ha lasciato l'oasi della Valtenesi (nel verde entroterra del lago bresciano) il mese scorso. 

Jack, la mascotte dell’oasi degli animali, se n’è andato il mese scorso. Era un meraviglioso esemplare di tigre siberiana, 18 anni, cresciuto in Valtenesi, accudito con amore sin da cucciolo, allattato e svezzato da Roberto Dancelli (nella foto sopra) nel suo ‘parco’ di Bottenago, a Polpenazze del Garda. Stava spesso sdraiato facendo bella mostra della sua pelliccia tigrata, 230 chili di fierezza, allevato e amato dallo stesso proprietario che, da quando pesava pochi chili, non lo aveva mai lasciato.
La sua mamma, affidata all’oasi dal Corpo forestale dello Stato, era morta presto di tumore. E insieme a Chicca, la leonessa di 20 anni, Jack da qualche tempo condivideva la gabbia. 
Pur con la sua mole, ogni volta che Roberto entrava nella gabbia a trovarlo, Jack non mancava di strusciarsi a lui con affetto, come un devoto gatto di casa. Sentire le fusa di questo “micione” di quasi tre quintali, mentre invocava le carezze del suo ‘padrone’, era uno spettacolo singolare per i tanti ospiti che nella bella stagione visitano l’oasi di Bottenago.
Uno spazio di circa 33mila metri quadrati, dove Roberto Dancelli ha creato la “casa di accoglienza degli animali”. La sua passione. In quasi trent’anni l’oasi si è ampliata fino a diventare luogo di accoglienza e riparo per esemplari di ogni razza e provenienza, maltrattati, abbandonati o feriti (cigni, tartarughe, pappagalli, visoni, poi la tigre, l’orso, il puma, il leone…). Guai a chiamare zoo quello che il suo ideatore e proprietario ha concepito come «un ricovero, o un ostello», ben tenuto e curato in ogni dettaglio.
Questo posto, rimarca Dancelli, «purtroppo è diventato il punto di riferimento per chi non vuole più tenere con sé il “cucciolo” acquistato, o per i circhi che devono sostituire l’attrazione di turno perché troppo anziana. Se invece qualcuno ci chiede un animale in affidamento, lo regaliamo, purché vada in buone mani». 
Un brutto colpo la scomparsa di Jack, colpito da una malformazione ossea, per il 53enne bresciano che in Valtenesi è conosciuto come “coperturista” di tetti, ma nel tempo libero e per amore si prende cura di bestiole abbandonate nelle situazioni più strane, accogliendole tra le mura di questa “famiglia allargata”. 
Una realtà che si mantiene grazie al lavoro dei volontari e alle donazioni di amici e visitatori generosi. L'oasi è visitabile nei pomeriggi dei fine settimana, fino a ottobre.

(Fotografie di Sandro Begali)

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