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venerdì 5 settembre 2014

Red Ronnie: "interviste o cimeli rock, amo collezionare emozioni e sogno una tv libera"

Un collezionatore di emozioni. Così si definisce Red Ronnie, all’anagrafe Gabriele Ansaloni, grande appassionato di musica, giornalista, conduttore, dj e speaker radiofonico, critico musicale nonché il più grande collezionista di cimeli rock e d’interviste a personaggi famosi.
Il suo nome è noto al grande pubblico per quel “Roxy Bar”, programma partito dalla tv generalista per approdare poi sul web con Roxybar.tv. Un contenitore di realtà, nello spirito del conduttore bolognese: protagonista assoluta è la musica dal vivo, il rock in primis, con ospiti italiani e internazionali, insieme a gruppi emergenti, ma anche cultura, attualità, tematiche sociali e soprattutto la possibilità per gli utenti-spettatori di interagire in diretta con gli artisti in studio tramite i social network come Facebook e Twitter. Per raccontare la vita di un cantante o di un attore va a trovarlo direttamente a casa, l’obiettivo è riprenderlo nella sua normalità.

Una tv libera e interattiva, così l’ha sempre sognata Red, che a Rai e Mediaset deve la popolarità. Tramite “Roxy Bar”, Red Ronnie vinse ben tre Telegatti; diede una svolta al modo di fare televisione, di gestire gli spazi pubblicitari e il rapporto pubblico-artista. Nel suo studio passarono star come Robert Plant, Placebo, Robbie Williams, Beyoncè, Britney Spears, Cyndi Lauper e il suo fu l’unico programma televisivo in cui Luciano Pavarotti cantò dal vivo.  A un certo punto, però, Red decise di guardare avanti, di staccare il cordone ombelicale e seguire le possibilità offerte dalle nuove tecnologie: «Non volevo diventare il presentatore della rete». E si definisce piuttosto «un artigiano, che ama riprendere la realtà e stare dietro la telecamera… perché è la normalità la vera rivoluzione di oggi». Come ha raccontato attraverso ricordi e video lo stesso Red Ronnie al pubblico desenzanese, in una delle otto serate della Gardesana 2014, talk-show allestito in piazza Malvezzi a Desenzano del Garda e presentato da Giovanni Terzi.
«Qualsiasi cosa ho fatto l’ho fatta con la sperimentazione, affascinato dalle tecnologie e dal “nuovo”, che grazie a Internet ha avuto il suo massimo sviluppo», ha detto Red. «Oggi con Roxybar.tv posso amplificare la novità, arricchita di verità, con alla base una tecnologia e un linguaggio diversi da quelli televisivi.  Per esempio, la tecnica del piano sequenza o la possibilità di registrare un programma tutto filato, senza tagli. Quale altra tv ti dà questa libertà?».
Su internet lo spettatore sa che troverà qualcosa 24 ore su 24, può vedere e rivedere le puntate a qualunque ora, cercare il proprio genere, l’artista o l’argomento in base ai propri gusti o alla data di messa in onda del programma. Non distorcere la verità dei fatti è la principale preoccupazione del Red conduttore-cameraman-regista. «Alla fine di ogni programma io non mi chiedo quanto ho guadagnato o se sono diventato più popolare. Mi chiedo se c’è qualcuno che spegne il computer o il televisore con una certezza, una speranza o un sorriso in più. Mi chiedo se posso aiutare il mio spettatore a stare meglio, a rilassarsi o a divertirsi. Per me è importante domandarmi cosa sto dando con quello che faccio. Perché un domani rimarremo per quello che abbiamo dato, non per quello che abbiamo avuto. A cosa serve essere i più ricchi del cimitero?»
Foto di Giulia Armotti
Eppure nella società odierna, complici i modelli trasmessi dai media, c’è una generale ricerca di successo e di soldi facili. Anche i tanti talent-show invitano i giovani a cercare la notorietà attraverso vie che non sono più quelle dello studio, dell’impegno costante e della paziente gavetta. «Gli artisti emergenti non riescono ad avere uno spazio loro, perché oggi tutto è precario – ha continuato Red in una nostra intervista, concessa dopo la trasmissione –. I giovani hanno avuto una pessima educazione dai proprio genitori, non hanno i soldi per sposarsi e le banche non concedono loro mutui per comprare casa perché non hanno un lavoro fisso… Sono educati ad arrivare, ma di fatto non possono arrivare da nessuna parte. In più gli viene tolta la possibilità di esprimersi con la propria creatività».
L’Italia ha molti talenti che «vorrebbero promuovere la loro musica ma non possono farla ascoltare. Ai talent televisivi i giovani ci arrivano facendo musica vecchia e la canzone inedita che viene scelta per loro è imposta dalle edizioni musicali, nei locali trasmettono solo cover-band e la musica emergente così non ha sbocchi».
Non usa mezzi termini il conduttore bolognese: «Oggi stiamo facendo cambiare mestiere ai Lucio Dalla, Gino Paoli, Jovanotti del futuro… i veri artisti cambiano mestiere prima di arrivare». Per invertire la rotta, «dovremmo ripartire dalle radio, trasmettendo la vera musica degli artisti emergenti».
Centinaia di personaggi del mondo musicale, della cultura e anche della politica si sono avvicendati ai microfoni di Red Ronnie, che è voce di Rai Radio Due (in Ritratti) e proprio da una radio libera bolognese iniziò la sua carriera nel 1975. 
«L’intervista più importante – ha rivelato – l’ho fatta a William Congdon, un pittore che è morto una settimana dopo. Non mi sono minimamente emozionato neppure quando ho fatto un’intervista di due ore a Fidel Castro, anni fa, una chiacchierata rimasta nei miei archivi per anni, non avendo trovato interesse da parte delle redazioni televisive tradizionali. Perché si parlava di cultura… L’ho pubblicata dopo molto tempo su Roxbar.tv!»


Francesca Gardenato

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