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giovedì 29 marzo 2012

Ciao Don!

Caro Don Luca Nicocelli 
:-)
Il saluto di ieri a Pozzolengo è stato un evento di portata straordinaria, migliaia di persone di ogni età e la tua musica. Tutti attenti, in piedi fino alla fine, dentro e fuori la chiesa. Tante autorità, tanti volti amici, un fiume di giovani.
Oggi, faccio una fatica terribile a lavorare, anche perché sono sommersa tra scrivania e ufficio di cose che mi ricordano le nostre lunghe telefonate e le attività condivise, l’esuberanza creativa di Noi Musica. Sempre con i cd in mano... "poche parole e tanta musica".
Sento ancora la tua voce, la risata fuori dalle righe, il tuo “sei stanca Francy, ti richiamo?”, i dieci “grazie” che mi rivolgevi prima di riattaccare... o di ripetermi  tutto da capo, perché non dimenticassi di... L’ultima volta ci siamo sentiti venerdì sera, 24 ore prima che tu stessi male.
Dopo l’addio di lunedì e il funerale di ieri, mi pare tutto così ovattato, strano, impossibile. Difficile riprendere in mano la “normalità”. Tante le cose da fare, con la mente piena di immagini, di ricordi, di parole non dette.
Ogni gesto mi riconduce a te.
Ma ho ancora dentro la rabbia della solitudine che ha portato alla tua scomparsa improvvisa, mentre Noi Musica era in teatro a Lonato a suonare grazie a te: in trecento giovani ascoltavamo un concerto da te incoraggiato, organizzato in ogni dettaglio, mentre tu da solo cadevi nella tua sacrestia, senza soccorso, in silenzio.
Per non disturbare nessuno. Dopo aver portato a compimento il tuo servizio, la celebrazione della tua ultima Messa.
Ora rimane quel vuoto incolmabile. Restano le cose non dette.
Gli occhi sono rivolti al cielo, fiduciosi. Ma la tua presenza generosa non c’è più...
“Non ci molli, vero, Franci?” mi chiedevi quando mi sentivi stanca o di corsa. 
Perché ci hai lasciato tu, invece?

Pesante il senso di impotenza, la tristezza del domani, assordante il dispiacere di non averti detto quanto tu eri importante in tutto ciò che facevo con te, per te e per i giovani che tanto amavi.
La fiducia che hai riposto in ogni mio gesto, sin dall’inizio della nostra collaborazione, l’entusiasmo che mi hai trasmesso e la passione per la musica che mi hai donato nella fede. Quelli restano. Ma poi? L’esperto di musica eri tu? Io, forse, il braccio destro. Come scrivevi sui tuoi organigrammi del progetto, abbozzati a penna, sulle tue fotocopie. La tua grafia mi sta guardando anche adesso, sei dietro il pc.
Scusa, se non ti ho mai detto grazie davvero per aver creduto in me, per avermi scelta e coinvolta nell’avventura più bella, che ti riempiva gli occhi di felicità.
Ero sempre di passaggio nel tuo ufficio, per qualcosa da ritirare o consegnare, in corsa verso nuove attività da fare. “Ricordati di dire.. ricordati di fare…” la tua voce squillante.
Entravo in ufficio da te e stavo in piedi, magari un’ora… le chiacchierate fitte, un fluire di progetti, una scadenza dopo l’altra. Così dall’ottobre del 2006. Fino a venerdì scorso, 23 marzo 2012. Poi la tua partenza, lunedì 26 marzo, e il lacerante dolore.
Il mio ultimo messaggio, per rassicurarti dopo il concerto dei Pretty Vegas di sabato scorso, te l’ho scritto domenica (dopo ogni evento mi piaceva informarti, se tu non eri potuto venire): “Ciao don, la serata è andata benissimo, avevi ragione tu. I ragazzi sono stati bravi, hanno passato parola e il teatro era pienissimo. Ciao!”
Non mi hai richiamata subito come, sapevo, facevi quando ti stava a cuore un argomento.
Dieci minuti dopo, la terribile notizia. La meningite grave, il tuo ricovero d’urgenza, la rianimazione. Per tutta la domenica speranza e preghiera.
Non avresti più ripreso in mano il tuo cellulare, mai più ascoltato la tua musica e seguito i tuoi eventi... in prima fila a fare il tifo per le giovani rock band.
Noi Musica era il tuo sogno, quindi non può finire.
Il progetto rinasce con te: porteremo avanti il tuo sogno di creare tra la strada e i giovani un ponte capace di attirare e riunire tanti ragazzi negli oratori. “Fare aggregazione” era la tua missione. Il tuo desiderio. Ma, lasciatelo dire, il primo vero ponte sei stato tu! E l’ultimo saluto di ieri lo ha confermato.
La tua musica è arrivata fino al cielo. Chissà ora come avrai da fare a organizzare concerti e concorsi... così in alto.
Mi mancherai, Don. 
Riposa in pace e ogni tanto, da lassù, se puoi guarda verso Rivoltella. 
Con tanto affetto e riconoscenza,
Francesca

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