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lunedì 26 settembre 2011

Tra un mese. Le quattro stagioni di un autore bresciano

“Sempre verde è la foglia di chi conosce la via, essa non teme il mutare delle stagioni, perché conscia di appartenere a un grande albero” (C.Parisi)

«Mi piacerebbe scrivere un libro, raccogliere le mie poesie e i miei ricordi di contadino».
Con genuina semplicità, avvicinandosi a me la prima volta che ci incontrammo durante un evento a Lonato del Garda, Francesco Lorenzini mi rivelò il suo desiderio. Fare un libro, il suo.
Era circa un anno fa. In quel primo, breve colloquio non ebbi la percezione del patrimonio di memorie e di esperienze che l’autore custodiva. Da subito, però, mi fu chiara una cosa: una parte del testo che desiderava creare avrebbe raccontato il ruolo centrale e le attività di quella fiamma viva del focolare, linfa preziosa nelle vicissitudini dei tempi passati (direi anche di quelli moderni), che è la donna. Anima gentile e operosa, che ispira l’uomo, che cresce i figli, che nella vita rurale aveva precise mansioni da portare avanti, fuori e dentro le mura domestiche. E sempre con coraggiosa umiltà. E come potevo restare indifferente a tale invito?
Alle donne e pure ai giovani di un tempo. A loro sono dedicate alcune pagine di ricordi, tradizioni e poesie in cui il passato bresciano è distillato in piccole ma sapienti gocce dalla penna di Francesco Lorenzini. Quattro le stagioni dell’anno e della vita, che l’autore ripropone qui, articolando il suo testo secondo i ritmi e i colori della natura nei quattro tempi dell’anno. Che si ripetono come una ruota che gira, ma cambia con gli anni. A scandire la lettura sono infatti i lavori dell’antica campagna: abitudini, mansioni e vecchi attrezzi oggi sconosciuti o del tutto dimenticati.
Modesto, cordiale, attento osservatore. Anche poeta sensibile. Lo scrittore lonatese, giorno dopo giorno, ha inserito tasselli vissuti, per ricomporre con acuta schiettezza questo mosaico di rimembranze, di sacrifici, di conquiste e soddisfazioni, che rivelano a chi non l’ha conosciuta la vita trascorsa tra le cascine e i borghi bresciani, nei campi sudati.
Quasi un secolo fa. Raccogliendo con scrupolosa e genuina saggezza immagini ed episodi, con quel tocco di pragmatismo che gli viene dalla professione, Francesco Lorenzini ha riportato fatti di cronaca popolare, usanze familiari e menage rurali, pietanze, doveri e svaghi giovanili, affiancando momenti lieti a memorie più grame, senza trascurare neppure l’avvento della cooperazione agricola nel Lonatese e nei paesi limitrofi. Momenti di evoluzione che lo videro protagonista attivo, impegnato nel cammino verso il progresso.
Ora che l’opera è compiuta. Il nostro lavoro “di squadra” si è concluso e ha dato il suo frutto succoso. 
Dai semi di vita e dalla creatività di un uomo, di un padre e di un nonno sono nate queste pagine. Che rivelano come, animato da valori saldi e profondi, l’autore abbia saputo fare dell’esperienza la sua fonte vivida di ispirazione, quindi agire, osservare e meditare, e soprattutto raccontare da cronista attento uno spaccato agreste di esistenza bresciana, tra le colline moreniche del Garda. Nelle borgate e tra le genti di Lonato, Bedizzole, Calcinato e dintorni ritroverete quei “semi di vita contadina”, con poesie e modi di dire nel dialetto locale. 
Tenendo stretti nel suo pugno forte i valori della famiglia, della terra, della religione e del lavoro, Lorenzini ha ripercorso in particolare il ventennio tra gli anni ’40 e gli anni ’60 del Novecento, per consegnare alle nuove generazioni un piccolo ma nutriente manuale di quella che è stata l’agricoltura bresciana per una parte del secolo scorso. Memorie pregne di umori e di sapidità, come la terra che le ha accolte. Tra un mese: "Semi di vita contadina. Ricordi e poesie di Francesco Lorenzini". Editing a cura di Francesca Gardenato.

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