Breve discorso di don Luca Nicocelli alla finale del 1° Concorso Sulle corde dell'anima, per canzoni inedite e musica cristiana, organizzato dal progetto Noi Musica. Era il 4 settembre 2011 al Teatro Giovanni XXIII di Desenzano del Garda... quanti progetti aveva don Luca in mente...
Ospiti della serata: Nico Fortarezza e Niccolò Agliardi
Articolo di oggi. Dal quotidiano Giornale di Brescia, pagina 25, del 29 marzo 2012
Ospiti della serata: Nico Fortarezza e Niccolò Agliardi

Don Luca,
un lunghissimo abbraccio
un lunghissimo abbraccio



POZZOLENGO - Don Luca se n'è andato ma «Noi musica», il suo progetto di evangelizzazione dei giovani del lago di Garda attraverso le melodie, continuerà a vivere. Lo hanno annunciato i suoi più stretti collaboratori nei discorsi di commemorazione pronunciati durante la cerimonia funebre. E quanto don Luca Nicocelli, 42 anni, stroncato da una meningite lunedì, fosse amato, lo ha documentato la folla che, ieri mattina a Pozzolengo (e prima a Centenaro, alla camera ardente), ha riempito la chiesa, la piazza e le strade adiacenti.
Moltissimi erano i giovani, quelli dei campi scuola, delle vacanze al mare, in montagna, del Grest, i suoi alunni della scuola. Avevano preparato un «tazebao» appoggiato alla parete del municipio con le immagini più belle di un don Luca sempre sorridente; e sopra c'era una scritta, che citando una canzone di Vasco Rossi (cantante molto amato dal sacerdote) recitava: «La vita è un brivido che vola via. Grazie don».
Con i giovani c'era tanta gente, i sindaci di Pozzolengo, Lonato e Desenzano, amministratori, rappresentanti delle forze dell'ordine e del clero, i vigili del fuoco dei quali era cappellano, molti compagni di corso al seminario, tanti genitori e famiglie.
È stato il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, ad accogliere sul sagrato la bara bianca con rose gialle di don Luca che proveniva da Centenaro dove don Guido Romagnoli, parroco di Rivoltella, aveva celebrato una funzione di suffragio. «Era sempre allegro, solare, gioioso - ha ricordato mons. Zenti -. Don Luca si è fidato di Dio ed in lui ha trovato serenità». «Don Luca - ha aggiunto don Martino, compagno di studi in seminario - era buono, umile, innocente, mite: un vero giglio del campo che non si preoccupava mai di sé. Era un puro di cuore». Ha aggiunto il nipote: «Mi piace ricordare lo zio come un prete speciale che univa passione, amore e fede». Le testimonianze di amore e affetto si sono susseguite a lungo prima che la funzione funebre si concludesse in chiesa, per trasferirsi poi al camposanto dove don Luca è stato sepolto accanto alla mamma.
«Oggi il popolo di "Noi musica" - ha assicurato Francesca Gardenato, braccio destro di don Luca - non muore ma rinasce perché intendiamo portare avanti il progetto». Il prossimo appuntamento sarà un grande concerto in ricordo del fondatore.
Ennio Moruzzi