Per le massaie del basso Garda e di tutto il Bresciano è oggi il giorno giusto per portare in tavola il famoso chisöl de Sant’Antóné. Una focaccia dolce che le famiglie di una volta cuocevano sulle braci del camino o sulla stufa.
E non si azzardi qualcuno a chiamarla ciambella. La ricetta della nonna ha determinate caratteristiche, legate sia alle magre dispense di un tempo sia agli ingredienti semplici ma nutrienti della cucina contadina. Per il chisöl si usano componenti poveri, se vogliamo, ma essenziali in quanto espressione della cultura locale e di una tradizione alimentare genuina, oltre che plurisecolare.
Per farlo occorrevano farina, poco zucchero (perché costava caro), mezzo uovo e un po’ di latte (che mai mancava in campagna), sale e del lardo sciolto.
Se oggi per preparare il chisöl, le casalinghe moderne adoperano il burro o l’olio, una volta, nell’ottica del risparmio, si usava quella parte di grasso che colava dal cotechino in seguito alla cottura, il cosiddetto cul.
Negli anni ’60, invece, le casalinghe usavano una padella in alluminio, più leggera e con un foro al centro. La chiudevano con un coperchio forato e facevano cuocere il chisöl sul gas. Oggi la tortiera va dritta nel forno a 180° C.
In occasione della Fiera regionale di Lonato del Garda, al chisöl viene dedicata una simpatica gara gastronomica con tanto di assaggi gratuiti e premiazioni in piazza Martiri della libertà. Ecco i vincitori di questa edizione 2012. (Foto F. Gardenato e S. Begali)
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