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mercoledì 7 ottobre 2015

Expo Milano 2015. Diario di un giro del mondo in due giorni!

Missione Expo Milano 2015 compiuta. Un’interessante, avvincente e affollata immersione nelle culture, tradizioni alimentari e politiche agricole di tanti Paesi, un giro del mondo in soli due giorni e 110 ettari, che non mi ha risparmiato code e mal di schiena. Ma ne è valsa la pena!
Ne è valsa la pena perché l’orgoglio di essere italiana passa anche da questa Expo, premiata dall’affluenza di questi ultimi mesi. Perché ci sono Paesi di cui sapevo poco o nulla, e che mi hanno sorpresa e affascinata. Partirei domani per visitarli davvero!

Ne è valsa la pena per la quantità di stimoli che si raccolgono, anche solo passeggiando lungo il decumano.



Per esempio, lo sapevate che la mela più grande al mondo cresce in Kazakhstan? E che il maggiore esportatore di mele in Europa è la Polonia? E che un terzo delle foreste mondiali sono in Thailandia?
Ci tornerei, per terminare il giro in quegli Stati in cui avrei fatto prima a prendere l’aereo e partire piuttosto che mettermi in coda. Ci tornerei per saperne di più, assaggiare e vedere di più, per fare meno attesa e vivere l’Expo con occhi più esperti e meno fretta. Peccato aver aspettato l’ultimo mese. Mea culpa. 
Al di là delle tante polemiche, credo che i due giorni di “experience” nel cuore internazionale di Milano siano valsi la mia vacanza di settembre saltata e la stanchezza di oggi. Ho firmato la Carta di Milano al Padiglione Italia (mi scuseranno i connazionali se ho preferito però il "parco agroalimentare sostenibile" della Germania) con la fiducia che questa eredità culturale, da qui in avanti, sia un impegno mio e anche “virale” per estendere il diritto al cibo, la lotta agli sprechi, la sicurezza di ciò che mangiamo, le buone pratiche di rispetto ambientale e puntare su un'agricoltura che produca per tutti senza impoverire o distruggere. 
A Expo si incontrano e respirano saperi, tecnologia, tradizioni, creatività, futuro, eccellenze italiane e internazionali e, inevitabilmente, uno scontro di ricchezze e povertà. Riuscire a riequilibrare le differenze e sommare, anzi intrecciare, il buono che c’è in ogni Paese per una rete mondiale meno sbilanciata e più sostenibile dovrebbe essere una responsabilità condivisa, non più un sogno. Ripartiamo dal successo di Expo 2015 per un futuro non procrastinabile, un futuro concreto e veramente uguale per tutti.
Ultima riflessione internazionale. Forse non tutti i Paesi hanno recepito in pieno il tema e l’invito di Expo, “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Qualcuno si è fermato all’aspetto più consumistico e di marketing, ma sta comunque al visitatore critico cogliere gli spunti giusti e portare a casa solo ciò che è veramente utile. Senza sprecare nulla.


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