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domenica 13 ottobre 2013

Un nuovo traguardo "senza barriere" per l'Anffas di Desenzano

Moltissime persone, tra autorità, cittadini, collaboratori utenti e familiari del Centro Anffas del Basso Garda (dal 1980 al servizio di persone con disabilità psico-fisiche-sensoriali) lo scorso 12 ottobre hanno voluto essere presenti al taglio del nastro per la nuova piscina riabilitativa "senza barriere". Un'opera importante per il territorio, costruita grazie al contributo di tanti “amici” ed enti, presso la sede in via Durighello a Rivoltella del Garda (Desenzano). 
«Ancora una volta – ha detto il sin­daco di Desen­zano Rosa Leso – ci ritro­viamo insieme per rico­no­scere e festeg­giare il valore della per­sona e della soli­da­rietà, motivo di orgo­glio per la nostra comu­nità desen­za­nese e del Basso Garda. Un gra­zie ai volon­tari e a quanti si danno da fare per que­sto centro, a partire dal presidente Gianfranco Bertolotti».


Al discorso del presidente Bertolotti, emozionato e soddisfatto del nuovo grande traguardo, è seguito l’intervento del dottor Domenico Minuto, che ha prestato consulenza per la parte riabilitativa, ma anche dell’ingegnere Giuseppe Marcotriggiano di Sirmione Servizi che ha seguito l’innovativo impianto di trattamento delle acque a ozono per la disinfezione. E naturalmente la benedizione dell’opera per mano di don Guido Romagnoli, parroco di Rivoltella. A seguire il rinfresco per tutti.
Si tratta di una piscina riabilitativa sorta nello spazio accanto ai due centri diurni per disabili e al centro socio-educativo già esistenti, al servizio di 75 utenti provenienti dal Basso Garda ed entroterra bresciano, in un comprensorio di dieci comuni e circa 88mila abitanti.
L’impianto di circa 160 metri quadrati si presenta a tutti gli effetti senza barriere: all’interno, vi sono lo spogliatoio e i servizi igienici con doccia, la vasca di 5,20 x 8 metri utili è stata realizzata con diverse altezze e piani di lavoro, seguendo le fondamentali indicazioni del dottor Domenico Minuto, fisiatra esperto. Il bordo vasca è su un unico piano e nella piscina sono presenti tutti i supporti e gli ausili (maniglioni e sollevatore) che danno la garanzia di una corretta e totale fruizione degli spazi e dell’ingresso assistito in acqua da parte di persone con ridotte capacità motorie.
«Un aspetto fondamentale del nostro lavoro – ha ricordato Gianfranco Bortolotti – è anche quello di saper cogliere i grandi cambiamenti con cui si è costretti a confrontarsi nella nostra attività. Uno di questo, molto rilevante, è stato quello di un progressivo aggravamento delle patologie delle persone che vengono inserite ai nostri servizi, fenomeno questo già iniziato una decina di anni fa ma esploso in modo significativo negli ultimi sei anni». E aggiunge il presidente: «Abbiamo rilevato un notevole accesso alle nostre strutture di persone che, oltre alla disabilità intellettiva sempre più profonda e complessa, evidenziavano anche una grave o gravissima disabilità motoria e/o sensoriale». Negli anni, ha aggiunto, «è aumentato inoltre in modo significativo il numero delle persone inserite nei Servizi con una patologia afferente alla sfera dei disturbi autistici anche molto gravi e complessi».
Ecco perché è importante la riabilitazione in piscina: «L’acqua sfrutta le proprietà fisiche e terapeutiche dell’acqua per un valido recupero funzionale in campo ortopedico, neurologico e psicomotorio ed è sempre consigliata nel trattamento di molte patologie».
A seconda del tipo di lavoro prescritto, l’intervento riabilitativo può essere svolto individualmente e in gruppo
Condotta da un terapista specializzato, tale riabilitazione consente di raggiungere obiettivi specifici di recupero, abbreviando i tempi e facilitando la ri-acquisizione delle competenze motorie perse/non possedute. Oltre al trattamento di disturbi osteoarticolari, neuromotori, circolatori, ortopedici e neurologici, offre anche il grande vantaggio di poter intervenire in modo proficuo anche su disturbi di tipo psicomotorio (disturbi di apprendimento, sindromi psicomotorie, ritardo mentale, ritardo psicomotorio, disturbo autistico, minoranze sensoriali, sindromi genetiche) particolarmente presenti nelle persone seguite dai nostri servizi.
La nuova piscina, ha detto ancora il presidente dell’Anffas, «è stata realizzata in modo da prevedere la possibilità di un accesso autonomo per consentirne l’utilizzo anche in orari diversi da quelli di funzionamento dei centri diurni. Ciò permetterà, previa stipula di appositi accordi, l’utilizzo della stessa anche a terapisti esterni all’associazione, che seguono pazienti che, per la loro patologia, necessitano di intervento in acqua ma attualmente sono costretti a gravosi spostamenti presso strutture lontane o, addirittura a rinunciare a questa tipologia di importante trattamento».
L’attenzione data alla qualità reale dell’opera ha comportato una lievitazione dei costi complessivi che si aggirano alla fine sui 300mila euro, a cui hanno contribuito Desenzano e i comuni del basso Garda, associazioni e varie realtà bresciane. In particolare, contributi importanti per la realizzazione dell’impianto sono arrivati dal Lions Club Desenzano Lago guidato ora da Franco Masseroni (che dal 2010 persegue questo sogno e ha devoluto all’Anffas un contributo importante, per oltre 60mila euro), dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia (altri 50mila), da Ubi Banco di Brescia 25mila), dalla Fondazione Comunità Bresciana (17.500) e dalla Bcc del Garda (5mila). 
Continua così il prezioso operato dell’Anffas che, in stretto contatto con la Regione Lombardia, l’Asl e gli enti locali della zona sud del Distretto 11 del Garda, mantiene fede alla sua missione di fornire servizi moderni e sempre più adeguati alle persone con disabilità psico-fisiche-sensoriali nell’area su del lago bresciano e nel suo entroterra (www.anffasdesenzano.it).

Articolo e fotografie di Francesca Gardenato, pubblicati anche su Gardanotizie.it

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