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lunedì 8 aprile 2013

Parlando di eventi culturali

Ieri sera leggevo un libro e ho raccolto qui alcuni pensieri...

TUTTI organizzano EVENTI e ogni giorno ne siamo sommersi. Ma è il COME che fa riflettere. I linguaggi, i canali, le possibilità sono molteplici. I risultati pure.

La partecipazione a un “evento culturale” equivale al compimento di un viaggio: si tratta di un’esperienza che deve essere di per sé ‘memorabile’, restare impressa come un’opportunità di sviluppo delle proprie conoscenze e/o della propria sensibilità, di crescita intellettuale e spirituale. 
Le ragioni per intraprendere questo viaggio possono essere molteplici, ma l’importante è non uscirne delusi o appesantiti. 

Mai dimenticare per chi si lavora: per il pubblico, grande o piccolo che sia. E l’elemento distintivo di un evento culturale, rispetto alla massa indistinta di eventi che giornalmente ci viene proposta, deve essere il suo senso profondo e chiaro, ovvero l’occasione di crescita interiore che è racchiusa in quell’evento, sia esso un concerto, un incontro con l’autore, una conferenza o altro. 

[Riflessioni tratte da: “Tele e... ragnatele” di Alessandra Milella, ed. Paoline]

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