Moderazione, meno allarmismo e più
consapevolezza. Questa in sintesi la ricetta del medico nutrizionista GiorgioCalabrese, docente di Scienza dell’alimentazione all’Università di Torino e alla Federico II
di Napoli e presidente del Consiglio superiore della Sicurezza alimentare per
il Ministero della Salute.
Ospite a Desenzano, per un incontro organizzato dall’Azienda ospedaliera della città sul tema “Il cibo è salute”, l’esperto, presenza fissa in varie trasmissioni televisive, ha definito la recente notizia sulla carne rossa «puro allarmismo».
Ospite a Desenzano, per un incontro organizzato dall’Azienda ospedaliera della città sul tema “Il cibo è salute”, l’esperto, presenza fissa in varie trasmissioni televisive, ha definito la recente notizia sulla carne rossa «puro allarmismo».

Il dottor Calabrese conferma la bontà di «uno stile alimentare ispirato alla dieta mediterranea, in cui non vi è una presenza massiccia di carne, ma predominano verdure, legumi, frutta, insieme a pesce, carne, uova, formaggi, nella giusta alternanza».
Dottor Calabrese, visto che è Desenzano per parlare di
“quando il cibo è salute”, partiamo da questa domanda: quando ciò che mangiamo
ci fa stare veramente bene?
«Nella
misura in cui diventa l’elemento portante della condizione dietetica, che porta
alla salute nutrizionale dell’uomo. Esistono infatti una salute fisica, una psichica
e una nutrizionale. Quest’ultima riguarda il cibo e il nostro apparato
digerente. Per cui il cibo deve essere consumato in maniera equilibrata,
tenendo presente che l’eccesso è dannoso, di qualunque alimento si tratti».
Quindi il segreto è la moderazione…
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Giorgio Calabrese |
C’è un nesso tra cibo e infiammazioni?
«Sì. Per
esempio la presenza eccessiva di grassi saturi o di proteine animali legate ai
grassi saturi scatenano delle sostanze che si chiamano leucotrieni e trombossani:
agenti che stimolano l’organismo a produrre prostaglandine, che possono generare
infiammazioni e, di conseguenza, altre patologie, anche tumori».
Gli zuccheri, o meglio i dolci, molto consumati dai
bambini… anche quelli possono causare infiammazioni?
«Premetto
che faccio parte del nucleo di scienziati che ha portato il consumo giornaliero
di zuccheri dal 24% al 10% e la mia proposta è di ridurlo ancora. Ma mentre si
parla di diminuire gli zuccheri, nessuno cita i grassi. Quando pensiamo che un
bambino mangia troppi zuccheri, in verità mangia troppi dolci. Consuma dei prodotti
che contengono zuccheri e soprattutto grassi. Ecco, noi dobbiamo limitare
specialmente il consumo di grassi saturi, che ci fanno male».
Veniamo all’attualità della “carne rossa”, notizia
lanciata come una bomba dall’Oms e poi ritrattata. L’Agenzia ha classificato
nel “Gruppo 1” (cancerogeni certi) la carne lavorata, insaccati, wurstel,
salsicce e nel “Gruppo 2” (alimenti rischiosi) le carni rosse, ossia manzo,
vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra. Qual è la verità?
«Per
parlarne devo svelare il backstage della vicenda. In questo caso, hanno parlato
due persone dell’Oms, che hanno fatto delle classificazioni basate su evidenze
limitate, in termini di epidemiologia, facendo presupporre un legame tra
insorgenza di cancro al colon e consumo di carni rosse. Non sono lavori fatti
sui pazienti, ma sintesi di tanti lavori scientifici. In particolare lo studio
della carne è stato diffuso perché l’Oms è in crisi economica e le donazioni
iniziano a scarseggiare; il che potrebbe portare a una riduzione del carrozzone
dell’Oms, quindi lanciare una bomba ogni tanto serve a dimostrare quanto sia
fondamentale la loro presenza. Con il ministro della salute Beatrice Lorenzin ho
chiesto di vedere il lavoro sulle carni rosse; ci è stato risposto che ce lo
daranno a fine 2016, quando lo studio sarà pubblicato. L’indomani è stata
lanciata la stessa “bomba” con il caffè. Direi che questa non è scienza e neppure
giornalismo: è allarmismo puro».
Quindi meglio essere prudenti e prendere certe notizie
con le pinze…
«È importante
mettere delle regole. Lo hanno detto gli stessi Veronesi e Berrani, che non
mangiano carne e sono vegani: la verità è consumare moderatamente carne. Io
consiglio il buon senso: lunedì carne rossa, martedì carne bianca, mercoledì il
pesce, giovedì uova, venerdì formaggio, sabato insaccati, se si vuole… Ma la
carne rossa non più di due volte a settimana e una volta per i bambini».
Com’è meglio cuocerla?
«L’importante
è che la carne non sia fritta o alla brace. Bisogna sempre evitare di cuocerla
a elevate temperature perché l’ossidazione è pericolosa. Quando la carne cotta
alla griglia diventa nera, i nitrati naturalmente presenti generano reazioni
biochimiche e agenti detti cancerogeni. Lo stesso vale per verdure, pane, pizza…
Cucinare tutti gli alimenti a 50-60 gradi al massimo».
Qualche indicazione sul consumo di grassi, che
contrariamente a quanto si pensa non sono tutti nemici del nostro benessere?
«La nostra dieta
quotidiana dovrebbe contenere pochi grassi saturi, ma più grassi monoinsaturi
(olio extravergine, come quello del Garda) e più polinsaturi (pesce, carni
bianche, frutta secca, oli di un solo seme consumati crudi), nel giusto
equilibrio. Se noi eliminassimo del tutto il colesterolo, per esempio,
rischieremmo di vedere insorgere altre malattie. È sempre un discorso di moderazione
e armonia nel consumo. Così possiamo evitare tante patologie».
Quali oli usare per la cottura?
«Olio
extravergine di oliva cotto e olio di un solo seme crudo. Gli altri oli hanno
un punto di fumo più basso e sono pericolosi, se cotti».
E sui nuovi cibi del futuro, come alghe e insetti,
cosa dice?
«In questo
momento si sta parlando dell’accordo tra Europa e America per scambiarsi
qualunque cosa. Il che, in pratica, significa aprire il mercato a un mondo
orientale che ha bisogno di quello occidentale… Io dico sì ad alghe e insetti, ma
solo in caso di carestia!».
Francesca
Gardenato
(Pubblicato sul settimanale "Verona Fedele"
del 22 novembre 2015)
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